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Ogni cella è stata equipaggiata con un tubo in vetro, chiuso attraverso un tappo in gomma, per la raccolta dell’idrogeno prodotto.
Elettrodi: spazzolina composta da un corpo centrale in titanio e da fibre di grafite (anodo) e carbon cloth su cui è stato depositato platino e PTFE (3.8 cm di diametro).
La configurazione è senza membrana.

Celle a camera singola

Cella a camera doppia

La differenza principale consiste nella divisione tra comprato anodico e catodico.

I due comparti sono fisicamente separati da una membrana a scambio protonico (Nafion 117) che permette il passaggio selettivo dei protoni dalla camere anodica a quella catodica. La figura mostra un’immagine della cella MEC a camera doppia.

Dimostratore MEC

Lo studio è volto a caratterizzare ed ottimizzare il sistema rispetto a parametri ingegneristici, quali i materiali (i.e. anodo, catodo, membrana, sia di tipo classico che nanostrutturati), la geometria della cella, la fluidodinamica lato batteri (e.g.con o senza ricircolo, effetto dei dotti, limiti di diffusività ionica, etc.), le condizioni operative (e.g. corrente di elettrolisi, pH, modalità di feeding della cella). Una volta messi a punto dei parametri operativi e costruttivi ottimizzati, sarà realizzato un impianto pilota di maggiori dimensioni, dalla valenza sia sperimentale che dimostrativa; (portate superiori ad 1 L/h di refluo trattato), specializzato per il trattamento delle acque di scarto della lavorazione delle olive.


 

La progettazione dell’impianto dimostrativo, vedi figura 2, consentirà di affrontare e risolvere le tematiche legate all’upscaling della tecnologia, identificando adeguate soluzioni impiantistiche e di controllo che consentiranno la scalabilità; per rendere interamente rinnovabile la produzione di idrogeno, si prevede di utilizzare una sorgente di energia rinnovabile (fotovoltaico, fuel cells classiche o microbiche “MFC”, eolico, etc.) per alimentare le MEC.on i tuoi utenti.

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